Regime Forfettario: tetto a 35mila euro per gli altri redditi

Con emendamento alla Legge di Bilancio 2025 si ipotizza l'innalzamento a 35mila euro del limite di reddito di lavoro dipendente o pensione che preclude la flat tax delle partite Iva.

Si era parlato di un aumento fino a 50mila euro, ma l’ultima ipotesi meno costosa per lo Stato sembra essere il tetto a 35.000 euro.

In pratica, dal 1° gennaio 2025, a patto che l'emendamento passi, cambierà la regola secondo cui il regime forfettario è precluso ai soggetti che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi ad esso assimilato (articoli 49 e 50 del Tuir) in misura superiore non più a 30mila euro, ma a 35mila euro.

Come chiarito anche dalle Entrate escono dal regime o non possono accedervi: "coloro che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 euro, tranne nel caso in cui il rapporto di lavoro dipendente nell’anno precedente sia cessato (sempre che in quello stesso anno non sia stato percepito un reddito di pensione o un reddito di lavoro dipendente derivante da un altro rapporto di lavoro)."

Regime Forfettari: cambia la causa di esclusione relativa agli altri redditi

E' bene ricordare che quando entrò in vigore il limite dei 30.000 euro con la Legge di bilancio 2020, le Entrate, col la Risoluzione n. 7/2020 avevano chiarito che il superamento già nel 2019 impediva l’accesso al regime per l’anno in corso.

Anche quest’anno potrebbe verificarsi lo stesso fenomeno, visto che siamo a fine anno 2024, con l’innalzamento della soglia a 35.000 euro.

Chi sta già applicando il forfettario, dovrebbe poter superare quest’anno il limite dei 30.000 euro senza uscire forzatamente nel 2025 dal regime agevolato, a patto che nel 2024 rimanga pur sempre entro i 35.000 euro (ossia entro la nuova soglia).

Ipotizziamo un lavoratore dipendente che nel 2023 ha percepito 29.000 euro e che quest’anno, per un rinnovo contrattuale, arriverà a 31.000 euro.

Dal 2025 sarebbe fuori dal regime forfettario mentre con la modifica ipotizzata dal Governo, rimarrebbe nel regime forfettario.

La verifica degli importi è particolarmente importante in vista del mese di gennaio, e potrebbe avere un certo impatto su dipendenti e pensionati alla luce di rinnovi contrattuali e adeguamenti delle pensioni all’inflazione.

Ricordiamo che il reddito su cui fare la verifica è il reddito di lavoro dipendente complessivo al lordo di eventuali oneri deducibili.

Come chiarito nella Risposta ad interpello n. 102/2020, le Entrate hanno chiarito che rilevano solo i redditi percepiti in via ordinaria, senza tener conto di arretrati o altri emolumenti a tassazione separata.

Tuttavia, spiega l'ADE, rilevano le somme erogate dal datore di lavoro a titolo di premi di risultato, tassate da imposta sostitutiva al 5%.

Si attendono notizie certe in merito.