Lavoro domestico: agevolazioni azzerate nel Decreto Lavoro
Nella bozza del recente decreto legge in tema di lavoro n. 48 2023 erano presenti alcune novità importanti riguardanti il lavoro domestico, e cioè :
- l'innalzamento della deducibilità dei contributi previdenziali e
- l'obbligo di sorveglianza sanitaria per questi lavoratori.
la versione finale del decreto ha escluso entrambe le misure . Inoltre viene specificato che il lavoro domestico è anche escluso da altre agevolazioni come gli incentivi alle assunzioni e il taglio al cuneo fiscale
Vediamo più in dettaglio nei paragrafi seguenti.
Contributi lavoro domestico deducibili fino a 3mila euro
L''innalzamento dell'importo massimo deducibile dalla dichiarazione dei redditi dei contributi previdenziali versati per i lavoratori domestici a 3mila euro, quasi il doppio dell'attuale importo di 1.549,37 annui. (TUIR art 10 comma 2 terzo periodo ) era presente nella bozza di decreto lavoro approvata dal Governo il 1 maggio ma è scomparsa dal testo . La novità avrebbe dovuto essere applicabile già per il periodo di competenza 2023.
Sorveglianza sanitaria lavoratori domestici
Come anticipato lo schema di decreto prevedeva anche che i lavoratori domestici possano richiedere di essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, alle strutture territoriali dell’INAIL. L'istituto di assicurazione contro gli infortuni dovrebbe provvedere con proprie risorse, senza alcun onere a carico dei datori di lavoro.
Le altre agevolazioni negate: incentivi assunzioni e taglio cuneo
L'esclusione di colf, badanti e baby sitter dagli incentivi assunzioni invece non è una novità in quanto praticamente tutte le agevolazioni contributive in questo senso non prevedono l'applicazione per i lavoratori domestici . Anche nel caso del nuovo bonus assunzione di "Neet", il decreto Lavoro (Dl 48/2023) li esclude esplicitamente.
Infine va sottolineata anche la misura più pesante proprio per le buste paga dei lavoratori ovvero l'esclusione dal nuovo taglio del cuneo fiscale che scatta il 1° luglio 2023.
L'eccezione era purtroppo prevista già dalla legge di bilancio 2022 (n. 234 2021) che ha iniziato la riduzione della quota di contribuzione previdenziale a carico dei lavoratori, poi prorogata e potenziata arrivando all'attuale taglio di 6 o 7 punti percentuali per i lavoratori con reddito rispettivamente entro i 25mila o 35mila euro.
Le associazioni dei datori di lavoro domestico avanzano da molti anni la richiesta ai Governi di deduzione integrale
- degli oneri previdenziali,
- delle spese di retribuzione
Anche la maggiore tutela dei lavoratori, e non solo delle famiglie datrici di lavoro del settore, dovrebbe godere di maggiore considerazione dato che questo servizio sostituisce ormai sempre più spesso l'assenza di assistenza sociale diffusa, per una popolazione sempre più anziana e costituisce una spesa rilevante per sempre maggior numero di famiglie anche non abbienti.