Professione osteopata: definito il corso di laurea
Si avvicina l'attuazione completa della disciplina per professione sanitaria di osteopata. E' stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 16 febbraio scorso il decreto di definizione dell'ordinamento didattico del corso di laurea per la formazione universitaria in osteopatia.
In particolare vengono aggiornati gli obiettivi formativi qualificanti della classe delle lauree in professioni sanitarie della prevenzione (L/SNT/4), come richiesto dalla legge delega dell' 11 gennaio 2018, n. 3 Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonche' disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute.
La pubblicazione del Decreto interministeriale 1563 firmato il 1.2 .2024 arriva, finalmente, con buon margine rispetto all'ennesima proroga prevista nel decreto Milleproroghe n. 198 2022 che dava tempo fino al 30 giugno 2024.
La definizione della professione nel decreto chiarisce che: Nell’ambito della professione sanitaria dell’osteopata, il laureato è quel professionista sanitario che svolge interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo scheletrico».
Si specifica inoltre che chi conseguirà il titolo pianifica i trattamenti " selezionando approcci e tecniche esclusivamente manuali, non invasive, ed esterne, adeguate al paziente», eseguendole «in sicurezza e nel rispetto della dignità e della sensibilità del paziente», valutandone «gli esiti».
La parola passa ora direttamente agli atenei che possono avviare i corsi di laurea seguendo i piani formativi specificati nel decreto contestualmente necessario anche un ultimo decreto in tema di equipollenze con la formazione attualmente erogata ai fini dell’iscrizione all’Albo degli osteopati.
Sciomachen, presidente del Registro degli osteopati d’Italia, l’associazione di riferimento, ricorda comunque che attualmente formazione dei circa 12mila osteopati italiani è stata fornita da scuole private in ossequio agli standard internazionali (Oms, norma Cen). Potrebbero essere necessari anche eventualmente percorsi integrativi.
Da segnalare anche la mancata definizione, ad oggi, del percorso formativo e il profilo riguardante i chiropratici
Osteopata: profilo e attività professionale
Si ricorda che era stato pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 233 del 29 settembre 2021 il decreto di recepimento dell'Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano concernente l'istituzione della professione sanitaria dell'osteopata, che ha definito
- le caratteristiche generali della figura e del profilo dell’osteopata, gli ambiti di attività e competenza e il contesto operativo. In particolare, si definisce il campo di intervento del professionista abilitato,
- le attività di valutazione e le modalità operative del trattamento osteopatico
- le strutture ove si svolge l’attività professionale.
L'accordo prevede appunto per l'accesso alla professione un diploma di laurea triennale.
Per l'attuazione effettiva della legge si ricorda che manca anche l’accordo della Conferenza Stato-regioni su
- criteri di valutazione dell’esperienza professionale e
- dei titoli pregressi ai fini dell'equipollenza rispetto alla nuova laurea in osteopatia in corso di definizione.
Si deve attendere ancora dunque, dopo molti anni di attività sempre piu diffusa e di successi terapeutici , che l'osteopatia entri a pieno titolo nella medicina ufficiale , con standard formativi prestabiliti a livello professionale e l'inserimento della professione nell'elenco ministeriale.
La novità ha anche risvolti fiscali in quanto solo tale riconoscimento consente la detrazione delle spese per prestazioni di osteopatia dalla dichiarazione dei redditi .
Infatti solo le spese per prestazioni effettuate da professionisti sanitari che rientrano nell'elenco del ministero della Salute sono detraibili (VEDI qui) , a meno che non operino in strutture con determinate caratteristiche (era uno dei chiarimenti forniti dalla Circolare n. 11/E del 21 maggio 2014 dell'Agenzia delle Entrate).
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